Gli apparati critici delle opere di Gabriella Ceccherini
Transumanze
"Chiamano forme e ombre nere accennano
E lingue aeree sillabano nomi umani
Su sabbie e spiagge e deserti selvaggi ".
Milton, Comus
Il percorso realizzato da Gabriella Ceccherini durante decadi di ricerca, è documentato dal presente catalogo,
realizzato in occasione dell'ultima antologica dell'artista.
Volendo sintetizzare le tappe salienti della sua carriera pittorica, si deve tenere in considerazione
come la stessa abbia avuto uno sviluppo poco uniforme, di tipo piuttosto elicoidale. Ci si trova dunque di
fronte, a distanza di anni, alla ripresa di temi fondamentali, di forme che si ripetono, in maniera quasi
ossessiva.
Gli spunti da cui si dipartono le trame della rappresentazione sono sempre rintracciabili nella quotidianità:
un volto, un albero, un paesaggio notturno. Ma da qui al risultato finale intercorre una stratificazione
di segni e materie che lo sguardo difficilmente riesce a recepire nella sua complessità.
Negli anni Cinquanta Pollock portava al culmine delle sue possibilità espressive una "maniera" che più tardi
avrebbe condizionato non solo il mondo dell'arte, ma la società occidentale in toto. Facendo leva sulle
pulsioni primordiali, l'affastellarsi dei segni assumeva una derivazione ora viscerale, ora subconscia,
sempre con un livello alto di aggressività aperto al libero sfogo.
Infinite le interpretazioni che sono state formulate a tentare di spiegare l'origine della ferita, una
cosa è certa: le sicurezze di cui si era nutrito il mondo occidentale avevano cominciato a sgretolarsi,
e Pollock ne era stato il cronista. Un filo ideale sembra a volte legare tra loro eventi lontanissimi e
persone. Si può dire che Gabriella Ceccherini sia una brava allieva di Jackson Pollock. Ma c'è un di più
dato dal fatto che la sua pittura è permeata di una sostanza che è molto simile a quella usata dall'artista
americano: la vita.
I fatti dell'esistenza si raggrumano sulle tele di Gabriella come i colori pastosi e brillanti che usa.
Espressione del sé e vita giungono a coincidere, in un tutt'uno denso di sensi.
Non è un caso che spesso, guardando i suoi lavori, si possano udire i rumori della natura o il silenzio
di certi angoli riparati dal mondo.
Il carattere bivalente dell'opera di Gabriella si esprime inoltre nel rilievo dato ora al colore ora al
disegno. Questo è per lo più inteso come appunto, a volte biografico, che si genera da una visione del
reale molto partecipata, con la freschezza di ciò che è appena nato, appena pensato. Altrove i colori
spremuti direttamente dal tubo così come le tinte stese a spatola, parlano di una vocazione particolare
per la plastica, più ancora laddove il segno grida tutta la sua carica costruttiva.
A questo punto si potrebbero aggiungere molte altre considerazioni, molte note a margine, ma tutto quanto
venisse detto o scritto non aggiungerebbe chiarezza all'opera che sempre, ad ogni nuovo sguardo, ad ogni
ulteriore riflessione, continua a mostrarci come la sua vita sia intimamente legata ai sussulti della vita
di ogni essere e come una distanza azzerata ne separi l'idea dal suo farsi, inevitabilmente, reale.