Gli apparati critici delle opere di Gabriella Ceccherini
Ricerca di verità
Nativa di Serravezza (Lucca), Gabriella Ceccherini, ormai da molti anni, vive e lavora a Padova e in questa
città ha maturato la sua formazione artistica. Dopo aver frequentato il liceo Artistico, ha intrapreso corsi
di approfondimento in grafica e iconografia, iniziando poi la carriera espositiva. Tantissime sono infatti
le mostre, personali e collettive, che Gabriella Ceccherini ha tenuto in tutta Italia e nelle principali
capitali Europee e numerosi i critici che si sono occupati della sua espressione.
Artista professionista e mai soddisfatta dei risultati conseguiti, continua ancora oggi la sua incessante
attività di ricerca su forme e materiali spinta sempre da una curiosità indagatrice e da un entusiasmo che
lasciano stupefatti.
Naturalmente anche per lei il periodo iniziale è stato quello figurativo, con evidenti rimandi
all'impostazione classica ma poi, gradualmente, la sua personalità ha avuto il sopravvento iniziando una
vera e propria evoluzione del segno alla ricerca di una libertà esclusiva e totale.
Ha sentito il bisogno di rompere la "costruzione" accademica per seguire il suo istinto naturale e la sua
fantasia, il desiderio di sentire e vedere le cose e il mondo, oggi così complesso e assurdo, con gli occhi
semplici e ingenui del bambino. Cosi, con il passare del tempo, la sua espressione ha perso l'impianto
figurativo tradizionale e si è prosciugata di ogni elemento decorativo seguendo solo ed esclusivamente la sua
ispirazione e la sua emozione. Con questi presupposti, è nata una pittura incisa, piena di segni, immediata
e spontanea, spesso eseguita come sfogo e liberazione. In essa si avverte una lontana derivazione Pollockiana
non tanto e non solo per l'uso libero del colore o per certe controllate colature, quanto piuttosto per
quelle ferite incise e sovrapposte, per quelle lacerazioni cromatiche che sono sempre presentì e
costituiscono la nervatura della sua espressione. Segni e lacerazioni che ben rappresentano la precarietà
dei nostri giorni, le incertezze storiche di questi momenti e poi la fragilità umana alla ricerca sempre
di riferimenti stabilì e ancoraggi forti. Una pittura contemporanea, capace di scavare dentro l'uomo e
la sua anima per renderne pulsioni e sentimenti, aneliti e trasalimenti.
"Verità in bilico" perché la sua espressione, partendo dal reale, gradualmente si trasforma e si modifica,
diventa leggera ed evanescente, perché tutto ciò che è puramente accademico lascia il passo alla creatività
e torna alle origini, al ricco e colorato mondo dell'infanzia. E i suoi dipinti, in questo modo,
rappresentano la denuncia di un disagio umano ed esistenziale che tuttavia non diventa mai dramma né
tragedia ma, al contrario, si tinge sempre di una positiva speranza, di un accorato attaccamento alla vita
e alle cose quotidiane. Lo si evince dai colori, spesso gioiosi e allegri, da certe immagini cariche
di dolcezza e sentimento, da certi visi che, pur nelle ferite della materia, hanno grandi occhi
pieni di luce.
Ancora, di quest'artista, colpisce la materia grassa e corposa, la spatolata decisa e sicura,
la gestualità ampia e poi il colore,spremuto direttamente dal tubetto, a tracciare linee e marcare confini.
Arte in libertà, eseguita sul filo delle emozioni, con grande personalità.